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Orti e Alveari sui Tetti di New York

New York, 21 apr. (Apcom-Nuova Energia) – Andrew Cote sale la scala antincendio del palazzo in cui vive nell’East Village: sul tetto c’è uno dei 250 alveari di cui si occupa questo professore di letteratura giapponese, che è anche orticoltore urbano, un’attività in pieno boom a New York. Cote, 40 anni, presidente dell’associazione degli apicoltori di New York, ha di che essere soddisfatto: dopo 11 anni di proibizione (con multe di 2.000 dollari in caso di infrazione) il municipio ha autorizzato gli alveari e gli apicoltori escono finalmente dalla clandestinità. “Nel momento in cui il sindaco vuole piantare un milione di alberi le nostre api si incaricano dell’indispensabile impollinazione, perciò ripuliscono l’aria e inoltre producono un eccellente miele ipoallergenico, 45 chili per alveare l’anno” racconta entusiasta Cote. Il professore afferma di avere sempre più richieste di installazione di alveari sui tetti e domenica terrà un corso per un centinaio di aspiranti apicoltori. Lo si può incontrare al mercato di Tompkins Square, dove vende il suo miele, come decine di altri apicoltori che frequentano i mercati domenicali di Union Square o Chelsea. All’altro capo di Manhattan, nell’Upper East Side, Eli Zabar, proprietario della “Vinegar Factory”, una noto negozio di alimentari di lusso, ispeziona il suo orto di pomodori, installato sul tetto di uno degli edifici che compongono un’antica fabbrica d’aceto, acquistata nel 1991. “Ho insalate, fichi, erbe aromatiche, barbabietole, fragole, qualche fiore” spiega il più giovane dei fratelli Zabar, dinastia newyorchese di ristoratori di origine ucraina. “Le serre sono riscaldate dai forni della panetteria e della pasticceria, così riciclo il calore che altrimenti andrebbe perduto nell’atmosfera” spiega Eli Zabar. “Le serre mi consentono di proporre nel negozio e nel ristorante prodotti cresciuti senza pesticidi, raccolti a maturazione, che non sono stati trasportati in camion refrigerati. Sono più buoni, a prezzi competitivi. E secondo l’ora, profumano di biscotto, croissant o pane” aggiunge sorridendo. Circa la metà di quel che viene venduto nel negozio proviene dall’orto sul tetto. Da Manhattan a Brooklyn, gli orti urbani si moltiplicano. Che siano sui tetti degli edifici o nei giardini comuni (ce ne sono 600 a New York) con melanzane e basilico, o ancora nei cortili nel retro dei ristoranti trasformati in frutteti, il fenomeno si propaga. E la città non vuole essere da meno: “Planyc 2030”, un programma lanciato con la Giornata della terra 2007 che vuole trasformare New York nel campione americano dello sviluppo sostenibile, prevede sgravi fiscali per chi installa dei “tetti verdi”. E il dipartimento parchi e giardini sta studiando a Randall Island, a nord est di Manhattan, 16 diversi sistemi che potrebbero essere installati sui tetti di scuole de edifici pubblici. “Si tratta di vari rivestimenti di terriccio e piante grasse che proteggono i tetti, isolano gli immobili dal calore, assorbono l’acqua piovana e attirano uccelli, farfalle, api” spiega John Robilotti, architetto paesaggista e capo del progetto. (fonte Afp) Copyright APCOM (c) 2008

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