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Posts Tagged ‘educazione’

Il Primo AGRIASILO Della Città di Roma

Per la prima volta nel centro storico della città ci sara’ un vero e proprio agriasilo con la stanza dei piu’ curiosi ”giochi” della campagna, le culle per il riposino, le vere merende ”rustiche”, gli orti sensoriali e gli animali da cortile come galline, pulcini, conigli, papere, oche ma anche asini e pony con i quali i bambini accompagnati da mamme e maestre potranno crescere e socializzare.
L’iniziativa e’ di donne-impresa della Coldiretti alle ore 10 di mercoledi’ a Roma, alla presenza del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel grande giardino del Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi dove sara’ presentata la ”piu’ rivoluzionaria innovazione nei processi formativi e di crescita del talento gia’ in diverse regioni italiane dove contribuisce a risolvere il problema della carenza delle strutture esistenti”. Ci saranno anche le imprenditrici, che hanno aperto una asilo all’interno delle proprie aziende agricole nell’ambito del progetto Campagna Amica, per far conoscere con esperienze pratiche il boom di nuova realta’ che si sta rapidamente diffondendo con successo su tutto il territorio.
All’appuntamento ”Far crescere il futuro” sara’ possibile verificare direttamente le caratteristiche ed il metodo offerto da queste ”palestre verdi” che si ispirano alle origini ed in particolare alla relazione tra l’uomo, la natura e gli animali per promuovere l’educazione al benessere nelle giovani generazioni.
Le aspettative dei cittadini nei confronti degli agriasili saranno illustrate da una ricerca Coldiretti/Swg presentata dal presidente Roberto Weber dopo l’introduzione della responsabile nazionale Donne impresa Coldiretti, Adriana Bucco, le conclusioni sono affidate a Sergio Marini, Presidente della Coldiretti.

www.asca.it

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Crea “una palestra verde” per costruire una società equilibrata

Un metodo innovativo, già richiesto e sperimentato in molte città del mondo, per migliorare la personalità e le relazioni sociali attraverso il contatto con la natura. Un metodo che si ispira alla relazione tra uomo, natura e animali, per promuovere l’educazione al benessere. Lo ha messo a punto Francesca Ballali, imprenditrice friulana, laureata in pedagogia e con un vastissimo ed entusiasmante curriculum nell’ambito dell’educazione, della comunicazione e della Pet Therapy.
Il suo metodo è stato l’argomento principale dellaconferenza organizzata dal Comune di Udine venerdì 30 aprile nel salone del Parlamento sul colle del Castello di Udine.
Il convegno è stata un’occasione per presentare e approfondire questa innovativa motodologia, partita dal Friuli e riconosciuta a Bruxelles come miglior strumento europeo di applicazione della pet therapy nel settore pedagogico, educativo e didattico. Promuovendo il contatto con la natura, attraverso fattorie didattiche e sociali e l’orto vivaio, e attraverso la pet therapy con l’aiuto di animali certificati e addestrati, il metodo “crea una palestra verde – ha spiegato Ballali – non solo per bambini e ragazzi, ma anche per genitori e nonni. L’obiettivo è fornire occasioni per allenare adulti e bambini ad amare le peculiarità di un territorio, l’ambiente e la sana alimentazione. L’idea –ha concluso – è un obiettivo di primaria importanza, nel percorso individuale e come tensione verso rapporti sociali che puntino a costituire una società equilibrata”.
Un benessere dunque che comprende sia aspetti oggettivi (qualità di vita, sicurezza o accessibilità ai servizi) sia soggettivi (percezione della propria salute, autostima, relazione con gli altri). Tant’è che il metodo Ballali è approdato a Oristano, Bologna e il 5 maggio prossimo a Roma, dove alla presenza del sindaco della capitale, Gianni Alemanno, entrerà ufficialmente a far parte del protocollo nazionale per gli “agriasilo”. Ma non solo, perché il 7 maggio – ed è anche questa notizia delle ultime ore – il metodo verrà presentato a Genova nella giornata di formazione per il personale amministrativo del ministero della Giustizia come supporto, promosso dal Csm, corte d’appello di Genova, nella risoluzione dei disordini della condotta.
Un successo partito dal Friuli, dunque, che sta raccogliendo l’interesse di molti enti, associazioni e amministrazioni non solo del nostro Paese e dell’Europa, ma che riscuote consensi anche oltreoceano.

http://www.udin-e.it/

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Imparare facendo

26 aprile 2010 1 commento

Maramao perchè sei morto? pan e vin non ti mancava, l’insalata era nell’orto…beh, certo con un orto ben coltivato non c’è da aver timore non si farà la fine di Maramao. Un orto è appassionante, divertente, faticoso, rilassante, un grande puzzle…ed è soprattutto parte di un mondo molto speciale in cui un insegnante e dei ragazzi lavorano insieme per costruire con le proprie mani un insieme sano, utile, istruttivo e bello. Un posto di pace dove si possono costruire battaglie intelligenti, contro la fretta, contro lo spreco, contro l’ozio, contro la noia, contro il consumo dei veleni e… contro le furbissime talpe e contro i voracissimi topi. E’ un luogo dove si confondono i ruoli, dove si impara, dove si cresce, dove si incontrano nuovi e vecchi amici, dove ci si da una mano e dove si fa a gara ad essere più bravi. Un luogo dove si incontreranno gli uccelli che verranno a mangiare i nostri girasoli o i nostri cachi, incontremo lumache, ricci, lombrichi tutti hanno un ruolo preciso.
La scuola secondaria di primo grado di Carrù ha iniziato il suo orto medievale… si proprio così. Gli allievi di 1° B hanno costruito un orto come veniva realizzato nel medioevo nel periodo di Carlo Magno. I ragazzi hanno progettato il loro orto, hanno studiato le fonti storiche (il Capitulare de Villis) e dopo aver aspettato questo lungo inverno hanno finalmente messo mano alla zappa.
Questo è diviso in due parti: nella prima parte al centro sorge un albero (melo) l’arbor vitae della genesi con quattro sentieri, reminescenza dei quattro fiumi di biblica memoria. Lo spazio risulta diviso geometricamente da aiuole separate e da vialetti; le aiuole sono rialzate di forma rettangolare e aricolate a scacchiera, beh un orto medievale. Nella seconda invece si coltivano piante porate in Europa da Cristoforo Colombo dopo la scoperta dell’America ed al centro c’è un cachi.
La terra è bassa, dicono i contadini ma bassi sono anche i ragazzi che la coltivano. La terra fa paura perché è sporca, lascia macchie visibili sul corpo e sulle mani. E nella società di oggi ciò che si vede esiste, e fa paura. Il segreto sta nell’entusiasmo di insegnanti, Dirigente, bambini e intere famiglie “A settembre, i ragazzi non sanno neppure che le carote o le patate nascono sottoterra. E non sono convinti di doversi sporcare le mani con la terra proprio a scuola, ma ben presto si lasciano conquistare. Alla fine dell’anno, quando avranno raccolto insalata, fagioli, piselli, cipolle, cavoli, rape, e così via ma avranno anche misurato, studiato le piante, letto le fonti bibliografiche disegnato e progetato saranno ragazzi che non avranno più paura della scuola, non penseranno che non serve a niente.
Acqua, sole, e terra non servirebbero a nulla, senza l’amore, le cure, la passione, la curiosità. E soprattutto la continuità di lavoro: un lavoro leggero ma costante dà risultati veri e seri. In un mondo di strappi, di egoismi, di apparenze, un orto può essere la valida terapia… quasi un antidoto. La scuola insegna, indirizza, e protegge il futuro delle nostre terre e della nostra civiltà. un orto ben coltivato non è soltanto una metafora. La scommesa è imparare facendo, è studiare la biologia, la storia, il disegno realizzando un orto come li hanno molti in paese. Ma la particolarità che le piante sono tutte citate da Carlo Magno. I ragazzi così imparano concetti dimenticati, e li insegnano ai genitori, come quello del valore del cibo sano.

http://www.targatocn.it

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