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Archive for the ‘Orto’ Category

Il futuro è nell’orto verticale

Come fare ad avere nuovo spazio per coltivare, magari nel bel mezzo di una città? Ma con un orto verticale, è ovvio. Che ha anche il vantaggio di essere persino mobile. L’idea è stata proposta in un concorso di architettura collegato alla manifestazione Ortinparco, a Levico Terme (TN): a sviluppare meglio di tutti la proposta è stato un gruppo composto da due architetti di Samarate, Davide Sironi (28 anni) e Sara Tommasi (26), e da una ragazza bulgara, Rositsa Todorova Ilieva (26), anche lei architetto che sta facendo il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano. «I nostri orti sono realizzati in materiali naturali e che si rifanno alla tradizione, cartone riciclato e feltro» spiega Sara. «Abbiamo chiamato il progetto OrtoLana, per sottolineare l’uso della lana per sviluppare il tema dell’orto alpino». Un progetto che punta alla sostenibilità «economica (costi di realizzazione molto bassi), ambientale (colture autoctone, assemblaggio a secco) e sociale (coinvolgimento attivo ed educativo)», con un impatto ecologico minimo. All’interno delle “tasche” degli orti verticali, allestiti tra un albero e l’altro del parco, trovano posto ortaggi ed essenze floreali.

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Giardini sempre più edibili

Più verde e meno rosa. Ai tempi della crisi il giardino degli inglesi cambia colore: i fiori cedono spazio agli ortaggi . Dieci anni fa le vendite di sementi della B&Q, maggiore azienda produttrice del settore, erano così suddivise: 70 per cento per fiori, 30 per cento per frutta e verdura. Oggi si sono capovolte: 78 per cento per ortaggi, 22 per cento per i fiori. E le vendite di semi per ortaggi sono aumentate del 10 per cento soltanto nell´ultimo anno, per un fatturato totale di ben 4 miliardi di sterline (4 miliardi e mezzo di euro). Altre cifre confermano la tendenza. Le vendite di strumenti da giardinaggio, serre, zappe, vanghe, rastrelli, vasi e simili, sono cresciute di un impressionante 40 per cento negli ultimi dodici mesi. Complessivamente, il settore del fai-da-te è in costante declino da anni, ma la singola eccezione al fenomeno è proprio il giardinaggio: gli sforzi dei sudditi di Sua maestà non sono più concentrati sulle aiuole fiorite, ma su un robusto orto che si ain grado di produrre verdure da portare in tavola. E dunque largo a carote, cipolle, lattuga, pomodoro, barbabietole, fagioli, patate e radicchio.
“La recessione può anche essere finita, ma ha avuto un impatto a lungo termine nella psicologia dei consumatori”, osserva Joseph Robinson, direttore di “Verdict”, una società di ricerche sul consumo. “L’abitudine alle spese frivole è stata rimpiazzata da un atteggiamento più prudente e moderato, e il giardinaggio, inteso come coltivazione di ortaggi per uso personale, è uno dei principali beneficiari di questa stagione di austerità”.
Il fenomeno ha preso piede anche in Italia: se prima basilico e rosmarino si acquistavano in foglie e rametti al supermercato, adesso la gente preferisce comprarsi il vasetto e trapiantarlo sul balcone di casa. L’orto fai da te è un modo di risparmiare, ma anche un passatempo rilassante.

http://www.bergamonews.it

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L’orto diventa vintage con l’antiquario delle verdure di Nino Materi

Carote gialle e viola, 40 tipi diversi di pomodori, verdure antiche. I masi Gallo Rosso stupiscono per la loro specificità e varietà di offerte e proposte. Intimi, raffinati, storici, autentici, sono solo alcuni degli aggettivi che li descrivono al meglio. Entrare in un maso Gallo Rosso equivale alla sensazione di un caloroso abbraccio che ti accoglie aprendoti a quel mondo vero dei contadini. Una volta nello loro casa, è come entrare a far parte della loro vita e si scoprono tutte le cose più belle, originali e insolite. Tra passato e presente l’orto del maso Gallo Rosso Oberhaslerhof è come una boutique che custodisce e coltiva preziose verdure e erbe officinali che sono ormai una rarità in quanto negli ultimi decenni sono andate via via scomparendo. E’ come entrare in un negozio vintage e scoprire quelle cose che evocano piacevoli ricordi e ci riportano indietro nel tempo. Non si tratta però di oggetti, ma di ortaggi, piante e frutti, i cui profumi e aromi risvegliano o stimolano la nostra memoria olfattiva come quelli dell’erba corregiola, della pastinaca, del cipero, della malva verticillata, della scorzobianca, della radice dolce, del crisantemo commestibile, della ciliegia piccante, del green zebra, il pomodoro che anche in fase di maturazione, rimane di un intenso colore verde.
In questo orto secolare, dalla forma ancora originale che gli diedero i monaci nel 14° secolo, la contadina Priska Weger non si concentra sulla quantità ma sulla qualità di quello che semina, coltiva e raccoglie. Un ciclo completo che segue i ritmi della natura, senza aggiunta di sostanze chimiche e tecniche invasive per le piante.
Attraversare i sentieri di ghiaia di quest’orto diventa un piacevole momento di meditazione e relax, in compagnia delle fragranze delle cento varietà di erbe e delle verdure che non smettono di stupire, per la forma e per il colore. E il sapore. Con Priska Weger si scoprono i segreti che ogni pianta e ogni verdura custodisce: ci sono foglie che hanno il sapore dello zucchero e che vengono utilizzate come prodotti dolciari adatti anche per i diabetici. Ci sono cipolle che non si sviluppano nella terra, bensì appese in aria, come fossero fagioli e pomodori scuri, quasi neri, che sembrano dipinti.
Interessanti da conoscere, belle da vedere ma anche buone da mangiare: le verdure di questo orto delle meraviglie arricchiscono la buona tavola di sapori dimenticati, come prelibatezze da gustare con i cinque sensi.
L’orto Oberhaslerhof è un esempio dei numerosi orti e giardini che i masi Gallo Rosso offrono agli ospiti per una vacanza che permette di scoprire le diversità e i segreti del mondo vegetale: frutta, verdura e erbe officinali.

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Ecofaber presenta i vantaggi della seminiera in plastica

Ecofaber, vivaio leader nella produzione di piante orticole innestate, dopo anni di prove e sperimentazione ha definitamente sostituito la tradizionale seminiera in polistirolo con un nuovo supporto in plastica.

Il nuovo supporto ha da subito apportato dei benefici nella tecnica di produzione delle piante, migliorando lo standard e l’uniformità di consegna.

L’alveolo della nuova seminiera è caratterizzato da superficie completamente liscia, dal nuovo disegno interno e dalla forma piramidale. Ciò permette di produrre piante caratterizzate da radici ricche di capillari ed integre.

Questi vantaggi tecnici sono riscontrabili al trapianto, con meno stress e un più veloce attecchimento della giovane pianta.

Da non sottovalutare sono gli aspetti ambientali dei nuovi contenitori PS. Infatti, a differenza del vecchio contenitore in polistirolo, i nuovi contenitori PS sono ecocompatibili, perché facilmente riciclabili presso qualsiasi centro di smaltimento.  Inoltre, la possibilità di accatastare le seminiere dopo il loro utilizzo ottimizza lo spazio di stoccaggio e il trasporto presso i centri di smaltimento.

Per maggiori informazioni:
Ecofaber di Scollo Carlo e Ristuccia Francesco
C/da Cammaratini, 35
97015 Modica (RG) – Italy
Tel.: +39 0932 761404
Fax: +39 0932 1856251
Email: info@ecofaber.it
Web: www.ecofaber.it
Data di pubblicazione: 11/08/2009

Fonte: http://www.freshplaza.it

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CASA BIANCA ‘VERDE’ Michelle Obama inaugura il ‘suo’ orto E zappa insieme ai baby-giardinieri

L’iniziativa serve a pubblicizzare l’importanza del cibo sano per i giovani americani, e i bambini della Bancroft sono arruolati  per partecipare attivamente. Il precedente di Eleanor Roosvelt

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Michelle Obama con un gruppo di ragazzi zappa il nuovo orto della  Casa Bianca (Ap / Lapresse) Roma, 20 marzo 2009 – In caso fosse sfuggita a qualcuno la valenza simbolica di coltivare zucchine alla Casa Bianca, oggi la first lady Michelle Obama ha inaugurato ufficialmente l’orto presidenziale degli Stati Uniti con una cerimonia a cui parteciperanno, ovviamente, tanti bambini: gli studenti della scuola elementare Bancroft di Washington.

L’iniziativa serve dopotutto a pubblicizzare l’importanza del cibo sano soprattutto per i giovani americani, e i bambini della Bancroft sono arruolati anche per partecipare attivamente alla coltivazione di broccoli, carote e quant’altro: aiuteranno a piantarli e più tardi nella stagione a raccoglierli.
L’orto della Casa Bianca si preannuncia come un progetto monumentale: quasi 400 metri quadrati, 55 specie coltivate fra cui peperoni, spinaci e in omaggio alla moda, anche la rughetta: la lista è stata stilata dai cuochi della Casa Bianca per il consumo degli illustri inquilini e per i loro ospiti ai pranzi istituzionali.
La Casa Bianca utilizzerà sementi organiche, fertilizzanti organici e naturalmente pesticidi organici. E l’orto sarà in bella vista: vicino ai campi da tennis, si potrà occhieggiare dalla strada. Alla corvée dell’orto non sono destinati solo gli scolaretti della Bancroft, anzi, la portavoce di Michelle, Karie McCormick Lelyveld, ha spiegato che “l’intera famiglia” sarà coinvolta.
Entusiastiche, ovviamente, le reazioni dagli chef che promuovono la cultura del “mangiar bene” nel paese del fast food. Citata dal New York Times, è felice Alice Waters, chef di Chez Panisse a Berkeley, California. “E’ la cosa più eccitante del mondo.
Mettere un seme nel terreno simboleggia la promessa di una nutrizione vera e di una educazione alimentare per i visitatori, per la gente che pianta gli ortaggi e per chi li raccoglie”.


Esattamente lo scopo di Michelle Obama
che in una intervista alla rivista “O” in edicola in aprile osserva, “vogliamo che sia didattico, vogliamo parlare di salute e di quanto sono buoni i cibi freschi, e di come possono diventare parte di una dieta sana”.
L’orto degli Obama però non è il primo alla Casa Bianca, anche se bisogna risalire in là negli anni: precisamente a John Adams, primo inquilino dell’edificio, che piantò il suo “vegetable garden” nell’anno 1800 poco dopo essersi trasferito in sede. A titolo simbolico gli esempi si sprecano: Woodrow Wilson, il presidente della prima guerra mondiale, nel 1918 introdusse le pecore sui prati della Casa Bianca per fertilizzarli in un gesto dimostrativo della necessità di conservare le risorse nazionali.


Sulla stessa linea Franklin D. Roosevelt:
la moglie Eleanor nel 1943 piantò un orto alla Casa Bianca per incoraggiare gli americani a coltivarsi da soli i pomodori in tempo di guerra.
Meno ecologici gli inquilini recenti. Jimmy Carter, che pure nasce contadino della Geoergia, nel 1978 declinò gli appelli a piantare ortaggi sul sito presidenziale. Negli anni dei Clinton un orticello c’era, sul tetto, ma nulla di comparabile all’orto di Michelle: Bill e Hillary rifiutarono di deturpare la bellezza dei prati presidenziali

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