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L’orto come modello educativo

Dall’orto della Casa Bianca, all’orto di prossimità dei ristoranti italiani, dall’orto-giardino di Firenze all’orto vigneto in Terra Santa

Da quello della Casa Bianca, fortemente voluto da Michelle Obama, all’orto-giardino dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dall’orto-vigneto di Cremisan in Terra Santa agli orti “affidati” agli anziani dalle amministrazioni comunali di grandi città e piccoli centri, fino agli orti di prossimità dei ristoranti, si fa strada l’idea di orto come modello educativo, in cui coltivare le verdure da mettere sulla tavola rappresenta un atto dalle conseguenze molto più vaste di quanto si possa immaginare.

Se è ormai celebre l’orto biologico piantato da Michelle Obama nei giardini della Casa Bianca, in cui nascono insalata e pomodori biologici – la first lady statunitense intende così dare l’esempio ai suoi connazionali di un modello alimentare più sano e naturale, allo scopo di combattere un’obesità ormai dilagante – non mancano in giro per il mondo piccoli o grandi esempi altrettanto importanti. Come l’orto-giardino dell’ospedale Meyer di Firenze, uno dei centri pediatrici di eccellenza in Italia e nel mondo, che nasce per offrire ai piccoli degenti laboratori di giardinaggio e dare così loro la possibilità di distrarsi dalla loro malattia attraverso un’importante esperienza visiva, tattile e olfattiva a contatto con la natura. Invece in Terra Santa, tra Betlemme e Gerusalemme, i Salesiani hanno creato l’orto-vigneto di Cremisan, in cui lavorano molte famiglie palestinesi e da cui nasce un vino che rappresenta il tentativo di dialogo tra due popoli da sempre in conflitto. I Giovani Ristoratori Europei (Jre) e i giovani imprenditori agricoli della Confederazione Italiana Agricoltori – Cia hanno appena lanciato la proposta dell’orto di prossimitàper i ristoranti italiani: un modo semplice per assicurare materie prime a costi convenienti e soprattutto di grande qualità e origine certificata. Nel 2011 saranno almeno 80 i ristoranti nel nostro Paese che potranno vantare un proprio orto di prossimità. Ma ci sono anche gli orti “affidati” agli anziani – che così possono impiegare utilmente il proprio tempo e coltivare una parte del loro cibo – dalle amministrazioni comunali di grandi città, come Milano, Bologna o Roma, e di piccoli centri, come San Quirico d’Orcia (Siena).

Il convegno di Montalcino

L’orto è il tema del convegno, di scena il 22 maggio a Montalcino, intitolato “Il giro dell’orto”, promosso da Winenews: un percorso didattico tra i sentieri del gusto, dell’ambiente, dell’arte e dell’affettività, in cui verrà presentato il progetto-pilota di educazione al gusto “La nostra terra Dacg – Da amare con gusto” che ha coinvolto nell’anno scolastico 2009/2010 i bambini della scuola per l’infanzia e della scuola primaria di Montalcino.
Un’esperienza-pilota promossa da Winenews – società che da anni sviluppa in Italia servizi di comunicazione e marketing nel wine & food – che attraverso una serie di laboratori didattici dedicati ai principali prodotti del territorio (dall’olio extravergine al formaggio, dal miele alla pasta, passando per le piante aromatiche) e l’interdisciplinarietà con tutte le materie scolastiche, stimola l’attenzione e la curiosità dei bambini, che imparano così ad alimentarsi in modo consapevole. Elemento primario del progetto è un vero e proprio orto urbano nel centro storico di Montalcino, che viene coltivato e curato dai bambini insieme alle loro maestre.
Un’occasione unica per recuperare i principi della tradizione, della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti, ricostruendo così il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno.

Fonte: www.winenews.it

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Fa’ la cosa giusta 2010: prime considerazioni

Fa’ la cosa giusta, la fiera del consumo critico, di anno in anno sembra crescere: dopo essere passata dai padoglioni più piccoli di fieramilano, ecco la promozione ai padiglioni più grandi, con conseguente aumento degli standall’interno degli spazi espositivi. Trovano quindi spazio sempre più soggetti: dagli editori impegnati nel sociale e nella diffusione delle tematiche ambientali, agli imprenditori, piccoli e medi, che cercano di imprimere una svolta verde (dalle società di pannelli solari, a quelle per la ristrutturazione e/o costruzione di case a risparmio energetico), senza dimenticare le organizzazioni ambientaliste, su tutte Legambiente, che oltre alla top ten ecologica sulle automobili (quest’anno vinta dallaPrius Toyota, macchina ibrida), inizia a portare nuove classifiche (lavatrici, condizinatori, televisori): l’idea è quella di fornire al consumatore una sorta di guida verso i prodotti più rispettosi verso l’ambiente e quindi con minor impatto e costi in prospettiva futura.
Inoltre spettacoli, conferenze e incontri con esperti, anche sfilate di moda. Infatti anche la moda può dare un suo contributo all’ambiente e a uno stile di vita sostenibile. E’ questa l’idea per l’arrivo in fiera di Critical Fashion, una nuova sezione realizzata e organizzata in collaborazione con NABAIsola della ModaOkinawaOrdo.
Da segnalare in particolare Giusta Trama, una mostra di vestiti e accessori realizzati pensando non solo al consumatore, ma anche per farsi portatori di valori ambientali ed economici sostenibili.
Oltre che da Naba, Giusta Trama è realizzata anche grazie alla collaborazione di Terre di MezzoSalamanca DesignCoop Solidal.

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