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Archive for the ‘Salute e sicurezza alimentare’ Category

Il pomodoro contro l’Alzheimer

La causa dell’invecchiamento cerebrale e della perdita di memoria è data dalla carenza di carotenoidi, secondo alcuni studiosi francesi. In particolare il principale responsabile di malattie degenerative, come l’Alzheimer, è il cosiddetto stress ossidativo che distrugge le cellule nervose.

Il licopene e la zeaxantina sono dei potenti antiossidanti capaci di contrastare tale stress ossidativo e quindi di preservare il cervello dall’invecchiamento delle sue cellule.

Questi antiossidanti sono contenuti in grande quantità nei pomodori, che, secondo quanto hanno scoperto alcuni ricercatori di un’equipe dell’Istituto nazionale di ricerca medica (Inserì), sono tra gli alimenti i più indicati a proteggere il cervello dal rischio di malattie degenerative. Altri alimenti “protettori” sono frutti e verdure verdi, pompelmi e cocomeri.

L’importanza di questa scoperta risiede nella possibilità di studiare e mettere a punto una dieta terapeutica in grado di sostenere le persone che cominciano ad avvertire i primi sintomi di perdita di memoria. Questi iniziano con sporadici episodi nella vita quotidiana per poi progredire con disturbi neurologici più seri e allarmanti.

In Italia sono circa  800 mila le persone che soffrono del morbo di Alzheimer e nel mondo 26,6 milioni. Ma l’Alzheimer è solo una delle demenze degenerative invalidanti che distrugge progressivamente le cellule cerebrali. La perdita di memoria è un sintomo allarmante di altre patologie che riguardano le cellule cerebrali e il loro invecchiamento. Pertanto non bisogna mai sottovalutare i primi campanellini d’allarme di una memoria instabile, se non la si associa ad un periodo di stress.

Ma sapere che a tavola potremmo già contrastare il processo di invecchiamento del nostro cervello è rassicurante e lo è ancora di più sapere che questa scoperta mette le basi ad una terapia mirata  destinata a chi comincia ad avvertire i primi scricchiolii di una memoria debole.

www.newnotizie.it

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Le proprieta’ del carciofo

Il carciofo è una pianta di uso comune, è usato in cucina per moltissime ricette ma quello che interessa a noi è principalmente il carciofo selvatico. Il carciofo selvatico è chiamato Cynaria scolymus e le sue proprietà sono conosciute sin dall’antichità, veniva usato anche dai Greci e dagli Egizi. Il carciofo vede un largo uso nel campo dell’erboristeria ed in quello farmacologico, è famoso per essere un alimento tonico e digestivo, contiene molto ferro ed è utile quindi nei casi di anemia.

La proprietà più importante del carciofo è quella di ridurre il colesterolo, questa risiede sia nel carciofo selvatico che in quello che conosciamo e che mangiamo abitualmente. La sostanza preziosa che ci aiuta a combattere il colesterolo è la Cinarina, che è stata oggetto di studio di moltissime ricerche scientifiche che hanno avvalorato la tesi sempre di più, fino addirittura ad arrivare ad una dose ideale giornaliera di cinarina che è tra i 60 mg e 1,5 g.

La cosa migliore per non perdere le proprietà del carciofo è optare per ricette e metodi di cottura semplici e leggeri e possibilmente non troppo lunghi. Il carciofo vanta anche proprietà anfocoleretiche, ipocolesterolemizzanti e depatoprotettrici.

Il carciofo ha inoltre le seguenti proprietà:

  • Facilita l’escrezione della bile
  • Aiuta a migliorare la digestione
  • Stimola le funzioni escretive
  • Azione depurativa
  • Abbassa il colesterolo

Fonte: salute.pourfemme.it

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Gli ortaggi aiutano a prevenire il tumore alla prostata

Negli ultimi 5 anni, il tumore della prostata (con un’incidenza del 12%) ha superato il tumore al polmone (10% circa), registrando 37.000 nuovi casi l’anno che vanno quasi ad allinearsi con i 38.000 di tumore alla mammella, tipico della popolazione femminile. Due i fattori di rischio al maschile: l’età, anzitutto, e l’alimentazione. Il principale fattore in grado di influenzare la crescita e la progressione di questo tumore è infatti l’alimentazione, ricordano gli esperti, ed è il licopene in particolare, un micronutriente contenuto negli ortaggi, il grande alleato: presenta infatti un forte effetto antiossidante, quindi preventivo contro l’insorgenza di questo tipo di tumore in particolare. Note sono anche le virtù antitumorali di alimenti quali l’aglio, il tè verde ed il melograno, che mai dovrebbero mancare dalla dieta. In Italia sono oltre 9,3 milioni gli uomini over 50 potenzialmente a rischio tumore prostata, ma solo il 22% dei maschi italiani tra i 50 ed i 70 anni conosce il significato del test del PSA, uno dei principali strumenti diagnostici nella lotta a questo tumore. Una percentuale assai bassa che sale al 48% negli Stati Uniti. “E’ proprio per informare sui rischi che corrono potenzialmente gli uomini over 50 che la World Foundation of Urology ha promosso anche quest’anno la Settimana di prevenzione del Tumore della Prostata, giunta alla sua quarta edizione”, ha spiegato il presidente di W.F.U., professor Mauro Dimitri, presentando l’iniziativa supportata anche dal Ministero della Salute. “Dal 12 al 19 marzo verrà avviata la campagna informativa, centrata su spot e oltre centomila adesivi da destinare ai cinema di tutta Italia. Il principale messaggio che vogliamo lanciare – ha proseguito il professor Dimitri nel corso della conferenza stampa – è un invito alla prevenzione mediante esami periodici e visite urologiche annuali, anche dai 40 anni di età per chi ha familiarità con questo tipo di tumori; dai 45 anni per tutti gli altri”.

Fonte: salute.agi.it

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CASA BIANCA ‘VERDE’ Michelle Obama inaugura il ‘suo’ orto E zappa insieme ai baby-giardinieri

L’iniziativa serve a pubblicizzare l’importanza del cibo sano per i giovani americani, e i bambini della Bancroft sono arruolati  per partecipare attivamente. Il precedente di Eleanor Roosvelt

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Michelle Obama con un gruppo di ragazzi zappa il nuovo orto della  Casa Bianca (Ap / Lapresse) Roma, 20 marzo 2009 – In caso fosse sfuggita a qualcuno la valenza simbolica di coltivare zucchine alla Casa Bianca, oggi la first lady Michelle Obama ha inaugurato ufficialmente l’orto presidenziale degli Stati Uniti con una cerimonia a cui parteciperanno, ovviamente, tanti bambini: gli studenti della scuola elementare Bancroft di Washington.

L’iniziativa serve dopotutto a pubblicizzare l’importanza del cibo sano soprattutto per i giovani americani, e i bambini della Bancroft sono arruolati anche per partecipare attivamente alla coltivazione di broccoli, carote e quant’altro: aiuteranno a piantarli e più tardi nella stagione a raccoglierli.
L’orto della Casa Bianca si preannuncia come un progetto monumentale: quasi 400 metri quadrati, 55 specie coltivate fra cui peperoni, spinaci e in omaggio alla moda, anche la rughetta: la lista è stata stilata dai cuochi della Casa Bianca per il consumo degli illustri inquilini e per i loro ospiti ai pranzi istituzionali.
La Casa Bianca utilizzerà sementi organiche, fertilizzanti organici e naturalmente pesticidi organici. E l’orto sarà in bella vista: vicino ai campi da tennis, si potrà occhieggiare dalla strada. Alla corvée dell’orto non sono destinati solo gli scolaretti della Bancroft, anzi, la portavoce di Michelle, Karie McCormick Lelyveld, ha spiegato che “l’intera famiglia” sarà coinvolta.
Entusiastiche, ovviamente, le reazioni dagli chef che promuovono la cultura del “mangiar bene” nel paese del fast food. Citata dal New York Times, è felice Alice Waters, chef di Chez Panisse a Berkeley, California. “E’ la cosa più eccitante del mondo.
Mettere un seme nel terreno simboleggia la promessa di una nutrizione vera e di una educazione alimentare per i visitatori, per la gente che pianta gli ortaggi e per chi li raccoglie”.


Esattamente lo scopo di Michelle Obama
che in una intervista alla rivista “O” in edicola in aprile osserva, “vogliamo che sia didattico, vogliamo parlare di salute e di quanto sono buoni i cibi freschi, e di come possono diventare parte di una dieta sana”.
L’orto degli Obama però non è il primo alla Casa Bianca, anche se bisogna risalire in là negli anni: precisamente a John Adams, primo inquilino dell’edificio, che piantò il suo “vegetable garden” nell’anno 1800 poco dopo essersi trasferito in sede. A titolo simbolico gli esempi si sprecano: Woodrow Wilson, il presidente della prima guerra mondiale, nel 1918 introdusse le pecore sui prati della Casa Bianca per fertilizzarli in un gesto dimostrativo della necessità di conservare le risorse nazionali.


Sulla stessa linea Franklin D. Roosevelt:
la moglie Eleanor nel 1943 piantò un orto alla Casa Bianca per incoraggiare gli americani a coltivarsi da soli i pomodori in tempo di guerra.
Meno ecologici gli inquilini recenti. Jimmy Carter, che pure nasce contadino della Geoergia, nel 1978 declinò gli appelli a piantare ortaggi sul sito presidenziale. Negli anni dei Clinton un orticello c’era, sul tetto, ma nulla di comparabile all’orto di Michelle: Bill e Hillary rifiutarono di deturpare la bellezza dei prati presidenziali

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